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Note Biografiche

Tati (Gaetano) Sgarlata nasce il 6 marzo nel 1957 a Siracusa. Frequenta fin da piccolo la sua Parrocchia, ma prosegue il suo cammino cristiano prima negli scout, indimenticabile scuola di vita, dal 1976 al 1986 ricoprendo anche l’incarico di responsabile di zona e di consigliere generale e poi nel gruppo di animazione missionaria Ad Gentes di cui è cofondatore presso l’Istituto delle Suore francescane Missionarie di Maria di Siracusa e di cui fa ancora parte. A questa esperienza sono legati anche i campi in Sila che per 20 anni lo vedono partecipante ed animatore con Padre Felice Scalia SJ. Si diploma nel ’75 al Liceo Classico T. Gargallo e si iscrive in Medicina. Nell’81 dopo la laurea sceglie la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dove si specializza nell’86. Nell’84 si sposa e dal matrimonio nascono due figli attualmente di 16 e 22 anni. Nel 1985 vince un concorso per Assistente Psichiatra presso il SSN e sceglie di non svolgere attività privata credendo nel compito primario della sanità pubblica. Lavora all’Ospedale Neuropsichiatrico di Siracusa e crea un movimento che porta alla chiusura del Manicomio ed all’apertura delle prime esperienze di comunità residenziali alternative all’ospedalizzazione. Dal 1988 al 1992 frequenta un Corso di Psicoterapia Familiare e Relazionale presso l’Istituto diretto dal Prof. M. Andolfi e consegue il titolo. Nel frattempo nel 1990 viene eletto Consigliere provinciale dei Verdi, movimento-partito che gli permette di sperimentare le sue idee in Politica e di vivere i principi della legalità, solidarietà e ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Nel 1998 è cofondatore del Movimento Agire Solidale ed entra, insieme ai suoi amici, nel PDS (Partito dei Democratici di sinistra) desideroso di essere membro di un grande partito nazionale capace di riunire la sinistra e di governare il Paese. Dal punto di vista professionale sente l’esigenza di una formazione individuale più approfondita e partecipa per 6 anni ad un training formativo in Psicodramma ad orientamento analitico condotto dal padre dello psicodramma in Italia, il dr. O. Rosati. Dal 2001 fa parte di un gruppo di Meditazione non confessionale che gli permette di approfondire ulteriormente la conoscenza del Sé. Nel 2003 viene nuovamente eletto Consigliere Provinciale dei Democratici di sinistra di cui diventa capogruppo per 2 anni e successivamente Assessore alla Pubblica Istruzione ed all’edilizia scolastica per 3 anni. Attualmente è Responsabile del Centro Diurno del Dipartimento di Salute mentale di Siracusa ed ha fondato un movimento “I Mattarelli” per una Psichiatria del territorio ed è un dirigente politico del Partito Democratico.

Il superamento dell’Io

Relazione svolta il 27-3-01 su invito di Salvo Aliffi presso il suo centro yoga

Sono cresciuto in una cultura cattolico osservante, moralista e colpevolizzante, mi sono creato le mie belle nevrosi, ho deciso di fare un cammino di guarigione.
Sono stato fortunato e a 19 anni sono diventato scout ed ho conosciuto la mia vera prima liberazione (1976).
Ho incontrato persone eccezionali che mi hanno fatto conoscere e capire cosa potesse essere un’esperienza liberante spirituale ( Padre Pino, Suor Francisca, Padre Felice).

Dopo pochi anni incontro la Psichiatria e capisco che è importante. Tutto mi dice che la libertà della psicologia dinamica (Freud, principio del piacere, sessualità etc.) è in contraddizione con il cammino di
spiritualità, ma continuo (1981).
Non a caso sempre in quegli anni inizio una relazione, che sarà il mio matrimonio, dove prevale il rapporto fiducioso, comprensivo, accettante, al contrario dei rapporti vissuti precedentemente. Con Suor Francisca Martin fondiamo  il Gruppo Ad Gentes e cominciano i Campi della Sila con Padre Felice Scalia:
esperienze fondamentali dove sperimento il vero senso della Comunità e della condivisione.
Ma i sensi di colpa incombono, sono gli anni duri dell’impegno a tutti i costi, gli anni del sacrificio estremo costi quel che costi. Troppa gente soffre ed il fatto che lavoro all’ONP, più propriamente Manicomio, me lo ricorda ogni giorno.
Riesco ad impelagarmi in mille impegni, sento molto la famiglia, sento molto la necessità di capire e rispondere ai miei bisogni primari, ma spesso sono teso, insoddisfatto, mi sento caotico dentro.
L’acme è l’esperienza di Consigliere Provinciale contemporaneamente al Corso di Psicoterapia Familiare a Roma e alla nascita di Francesco (1988).
La psicologia continua a sollecitarmi, stare in terapia con gente che soffre mi fa crescere, ma mi succhia un sacco di energia.
Arriva allora la casa in campagna, Felicetta, il viaggio in Africa ed il tentativo quasi disperato di coniugare il rispetto per me, la famiglia e l’impegno quotidiano (1994).
Chicca incontra in quegli anni Salvo Aliffi, lo yoga, la meditazione, il massaggio, esempio incredibile di una intimità profonda corporea che non sfocia nella sessualità.
Incontriamo anche Maestro Eckart che per primo ci parla di superamento dell’Io: “ma come, io lavoro per far sì che la gente abbia un Io robusto e forte e Maestro Eckart lo vuole superare?”
Capisco solo più tardi il significato di tutto ciò!
Finalmente (1998) irrompe nella mia vita lo Psicodramma analitico junghiano con Ottavio Rosati convertito da poco al buddhismo e alla pratica della meditazione di consapevolezza o vipassana.
Nel suo studio ci sono puttini con falli enormi, Buddha, Madre Teresa e Padre Pio, le dee greche e le campane tibetane, pappagalli svolazzanti che riescono a percepire la nostra rabbia e i nostri momenti di grave conflitto interiore.
Entra così nella mia vita la psicologia buddhista, la meditazione non tanto come esperienza di vita ma come vita vera e propria, entra la “tranquilla passione” di Corrado Pensa, la ricerca del Sé, entrano l’Unus mundus e la congiunzione degli opposti di Jung, il lavoro interiore ed il tentativo di abbattere i bloccanti sensi di colpa: un tentativo di liberazione.
Scrivo “Alla Scoperta del Sé” (1999) e cerco di coniugare il lavoro psicologico della costruzione dell’Io, con l’importanza di scoprire cosa c’è oltre l’Io, cioè il Sé.
Scopro così che il Sé ha una dimensione transpersonale perché affonda le sue radici nell’inconscio collettivo e quindi la sua realizzazione non può prescindere dalla realizzazione degli altri e scopro anche che il Sé ha una dimensione soprannaturale che gli permette di attingere ad una fonte inesauribile di energia, l’energia di Dio, dello Spirito, dell’Atman, del Tao.
Di seguito scopro la Psicologia transpersonale e Ken Wilber che parla della piena armonia del lavoro psicologico e dell’esperienza della scoperta trans-egoica (anatta non più come non-io, ma come trans-ego) e scopro Laura Boggio Gilot con il Sé transpersonale. Questo mi porta a contatto con il gruppo Paideia ed a cominciare a pensare che sarà possibile realizzare l’AMACA (Amore-Meditazione-Ascolto-Confronto-Azione) luogo nel quale ritrovare il nostro Essere-bene nel mondo (2000).
E adesso?
Adesso mi ritrovo a continuare la mia analisi nel gruppo di psicodramma, essenziale per continuare il mio processo di individuazione, continuo a farmi affascinare da Freud e dai miti greci ma ne capisco i limiti e la spietatezza, accetto con più Amore la mia Mente costituita da un Inconscio ancora ribelle, tento grazie all’energia dell’Amore di Dio di trovare un’Armonia del mio Sé che sappia rispettare i miei bisogni e che sappia ascoltare ed accogliere i bisogni degli altri a partire dalla mia famiglia.
Diventa così importante la scoperta del Sé non solo mia, ma progressivamente di Chicca, dei miei figli, dei miei cari, dei miei amici, dei miei pazienti etc.
Non rinuncio ad una azione che cerca di essere sempre audace, faccio ancora Politica o mi intestardisco a sobbarcarmi il peso di responsabile della struttura psichiatrica dove lavoro senza alcun tipo di riconoscimento, ma so che al centro della vita c’è il lavoro interiore e l’incontro con Dio.
Capisco che se perdo la scintilla di Dio dentro di me, il fondo dell’Anima e il fondo di Dio di Eckart, mi spengo tutto.
Ho capito infine che ogni esperienza è unica e che non è corretto definire spirituale maggiormente Fra Corrado o un monaco Zen o un padre di famiglia o Etty Hillesum.
Non so ancora quali confini debbo esplorare, so solo che sono in cammino, che farò l’AMACA e che la scoperta del Sé ed il superamento dell’Io mi possono aprire a livelli di Amore e di vita sempre più autentici.

Tati